domenica, gennaio 31

P.S.M

Ci sono troppe cose che non vanno come dovrebbero andare.
Mi disturba alquanto, avere delle certezze assolute, e vederle distrutte nel giro di una semplice serata. Ma forse la stupida sono anche io, che mi fido, mi fido, mi fido e poi...
finisce sempre allo stesso modo.
E nel delirio dell'alcol se ne compiono tanti di errori, tantissimi, troppi..e il rischio è di rovinare qualcosa per sempre.
Per fortuna alle volte si riesce a mettere una toppa, a sviare discorsi rischiosi.
Ma poi...sentire la mancanza di una persone che mai ci è stata vicina, sentire l'assenza di qualcuno che probabilmente non si accorge neanche della nostra presenza, che non ne è interessato, che ne è totalmente indifferente.
Ma come fare a stabilire? Come fare a sapere quale di queste opzioni è? Non si può certamente andare e, con la sfacciataggine che molti non hanno, arrivare dritti al nocciolo della questione.
Il genere umano ha bisogno del "galateo", di approcciarsi in un certo modo, o di rischiare di essere frainteso e allontanato, o avvicinato, quando l'effetto desiderato è contrario.
E a volte, è proprio questo Galateo (per modo di dire, si capisce) che rischia di creare incomprensioni e quindi, di conseguenza, generare una serie di reazioni a catena più o meno disastrose.
Mettiamo quindi davanti altri due elementi sempre presenti e contrastanti in ognuno di noi: impulsività e razionalità.
Le scuole di pensiero sono spesso diverse, soggettive e mai obiettive, perchè la difficile scelta fra le due cose è spesso da adattare a ogni minimo particolare della situazione. E la risposta, è sempre la solita; dopo ore e ore di discussione, anche la persona più adulta arriverà a dire, con fare finto-saggio, che dobbiamo "seguire il nostro cuore, sapremo sul momento cosa fare".
Una risposta che ho smesso di accettare ormai da anni, ma che sempre tutti rifilano.
Quindi penso che smetterò anche di pormi la domanda.
E' brutto doversi arrendere così all'evidenza, non trovare risposte ai quesiti che uno si pone.
Eeeeeeh, che ci si può fare: uno che si pone troppe domande è un presomalista, spesso depresso, negativo e disfattista; chi al contrario, vive la vita con leggerezza senza pensare a un domani, godendosi attimo per attimo, sfiorando la vita con superficialità, è solo uno sciocco ragazzino, sì, molto allegro, ma che nella vita più avanti si troverà male, molto male, perchè essere troppo positivi e sicuri di sè fa pensare d'esser indistruttibili. E mai si può pensare qualcosa del genere, perchè l'impatto con la realtà potrebbe essere fatale.
Perchè non essere una via di mezzo? Io penso che ci siano molte persone che sono intelligenti, che si pongono domande, ma allo stesso tempo pensano a un domani ma anche a viversi la propria vita giorno giorno, con superficialità quando serve e senza quando ce n'è bisogno.
Spesso le generalizzazioni altrui sono incorrette, e tendono a spargere solo terrore nelle persone che ne vengono a conoscenza, immettendo nell'aria il bacillo della paranoia, che ci rende tutti spaventati e sudditi.
Qui concludo il mio pippone mattutino immenso con tutte le subliminali infamate che ho lanciato.
Adieu

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